Il clima che si respira oggi e sempre nel Paese è quello delle barricate. Anche questo spiega le paludi malmostose nelle quali sembriamo impantanati da troppo tempo. Se ne ha una ulteriore dimostrazione dopo l'annuncio da parte del Ministro Scajola di voler riaprire il discorso sul nucleare, annunciando entro questa legislatura l'inizio della costruzione di nuove centrali di nuova generazione. L'annuncio del governo - forse anche questo 'sparato' troppo bruscamente e senza un minimo di preparazione alla discussione, è stato accolto da un fuoco di fila impressionante da parte del corollario di associazioni ambientaliste italiane. Sentite qui la reazione ufficiale di Greenpeace italia:
"L'annuncio del governo di voler riaprire il nucleare e' inaccettabile e somiglia molto al tentativo velleitario e arrogante fatto a Scanzano dove e' stata presentata come soluzione un'ipotesi non ancora verificata in nessuna parte del mondo. Questo annuncio suona come una dichiarazione di guerra: un referendum ha segnato l'uscita dell'Italia dal nucleare.
Il governo pensa di riaprire il discorso con qualche decreto legge? Avra' le risposte che merita".
Insomma, come sempre in Italia, dichiarazioni di guerra reciproche, muri contro muri. Ma possibile che una cosa che è nell'interesse primario del Paese - e cioè del suo futuro energetico - debba essere semplicemente il solito ring di catch ?
1 commento:
tralasciando la questione scorie e sicurezza, e anche il fatto che le centrali sono un facile obiettivo del terrorismo, e anche il fatto di doverle localizzare da qualche parte,non c'è abbastanza URANIO per farle funzionare.
Piu' precisamente ci sarà a sufficenza per una decina d'anni, e poi si manifesterà una carenza per cui o non c'è uranio per tutti o il suo prezzo è ecessivo e non economico.Il fenomeno è lo stesso che sta seguendo il petrolio in questo momento.Ha raggiunto una sua produzione di picco e le quantità disponibili calano per cui aumenta il prezzo.E' il modo in cui si manifesta la scarsità, che non si manifesta bruscamente, ma gradualmente.
Si vuole sostituire un bene scarso, con un altro bene scarso.
Quando saranno finite le centrali, tra dieci anni, diventerà completamente antieconomico produrre energia elettrica con le stesse.L'ammortamento per il nucleare è dell'ordine dei trent'anni e non si riuscirà ad ammortizzare la spesa.In altri termini SOLDI BUTTATI AL VENTO.
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