mercoledì 30 gennaio 2008

Candidati Americani - Come cambierà la politica ambientale americana ?


In America, dall'America, deriveranno molti dei futuri scenari riguardanti l'ambiente mondiale. Al Gore non si è candidato (per fortuna, dirà qualcuno), ma è certo che le politiche sull'ambiente pesano e peseranno sull'elezione del prossimo presidente americano.
A quanto pare gli americani non sono molto soddisfatti di quel che ha fatto George W.Bush, indicato, se non altro per i suoi rilevantissimi interessi nel settore, una specie di crociato dei consumi da combustione, e in special modo di quelli petroliferi.
Anche in America ci si è accorti che forse è il caso di ri-pensare l'utilizzo della macchina-Terra da parte dell'uomo. E forse su questa esigenza di ri-pensamento incidono in modo sempre più forte le sirene di prossima recessione economica mondiale che cantano ormai a una sola voce (vedi il recentissimo scenario, non proprio allegro, diffuso dal FMI).
Ecco allora la necessità di dare risposte nuove anche in questo settore. O almeno di provarle a dare.
Repubblicani e Democratici sanno che non si può far finta di niente e pensare che si continuerà solo a 'mungere' la ricca Terra, ad libitum, e senza preoccupazione.
Così, si delineano le posizioni, seppure ancora non del tutto chiare.
Ma la campagna è ancora lunga.
E un efficace riassunto, su questa e sugli altri temi della campagna elettorale americana li trovate su questo interessante sito:

sabato 26 gennaio 2008

Un altro Governo Cade. I soliti problemi restano.


Che bella cosa ! Eccoci di nuovo punto e a capo.
Senza Governo, e forse tra qualche giorno, anche senza Camere. In attesa di tornare a votare. Una cosa che in Italia si fa così raramente.
Così potremo di nuovo essere noi i padroni, scegliere e disporre da chi vogliamo essere governati. Ma non l'avevamo già fatto due anni fa ?
In Italia i Governi, si sa, sono come le ciliegie: una tira l'altra.
I Governi vanno, i problemi restano. Sempre gli stessi, sempre più gravi.
In Italia tutto è politica, ma la politica latita sempre più. Latita a livelli allarmanti. Ce ne siamo accorti con l'emergenza immondizia. Una situazione tragica, ereditata da decenni di lassismo amministrativo, di lassismo, di totale inadeguatezza, ispirata dall'unico principio politico che in Italia sembra potersi applicare: governare l'emergenza.
E si sa, governando sempre e solo l'emergenza, nessun Paese può veramente crescere. Per questo siamo al palo da anni. Per questo non solo l'economia - ma chi se ne importa dei parametri, degli indici, del pil e del mol - ma anche qualità umane come la fiducia, l'ottimismo, la speranza, sono così in ribasso in questo Paese.
Mentre l'ennesimo Governo rovinosamente cadeva, c'era chi festeggiava con lo champagne, chi con la mortadella, chi pensava bene di recitare tutto il repertorio dei B-Movies all'italiana, trasformando l'aula di Montecitorio in un film con Bombolo e er Monnezza...
Tutto va così, sembra. Tutto procede su questi binari. E intanto, la Monnezza vera, cresce, continua a crescere, cresce, continua a crescere, cresce .... nelle strade di questo stanco Paese.

martedì 22 gennaio 2008

I Risparmi Individuali per la tutela dell'Ambiente.


Mentre arriva la notizia che l'Ue si prepara a varare una serie di provvedimenti per il Risparmio Energetico su vasta scala, ci si rende conto che il destino del nostro pianeta dipende anche cose banali come il gusto estetico.
Vediamo.


Non solo tagli alle emissioni di C02 e aumento dei consumi energetici da fonti rinnovabili, pare dunque che domani la Commissione Ue svelera' tutte le misure e i target nazionali, ma anche azioni vincolanti per ridurre i consumi energetici.


Con una serie di misure e di incentivi, che fanno leva anche sui comportamenti individuali, l'esecutivo europeo si propone di risparmiare 780 milioni di tonnellate di C02 per anno.

Alcune di queste azioni sono gia' state previste, come ad esempio l'aumento dell'efficienza energetica delle lampadine usate per illuminare gli uffici e le strade pubbliche entro il 2008 e l'illuminazione delle case private nel 2009.


Nella Ue ogni anno, pensate, si vendono circa 2,1 miliardi di lampadine ad alto consumo energetico, mentre di quelle fluorescenti, che sono piu' efficienti perche' a basso consumo e ad alta illuminazione, se ne vendono solo 180 milioni.


Secondo il calcolo degli esperti, udite udite, se solo la meta' dei 3,6 miliardi di lampadine 'sprecone' che si accendono ogni giorno nelle case e nei palazzi dei 27 paesi Ue venisse sostituita, si otterrebbe un risparmio di 23 milioni di tonnellate di CO2 e si risparmierebbero 7 miliardi di euro di consumi elettrici l'anno.


Una cifra incredibile.


Ma ecco: perchè la gente è così restia a cambiare le lampadine vecchio tipo con quelle fluorescenti ? E questo parecchio anche in Italia. Bene, sembra da studi congiunti effettuati in Germania e in Svizzera, che il motivo sia di ordine, diciamo così, estetico: la gran parte delle persone intervistate infatti, dichiara di non gradire la tonalità di luce prodotta dalle lampade fluorescenti, troppo bianca, troppo algida. E di preferire invece quelle vecchio tipo, al filamento di tungsteno, perchè forniscono una luce molto più 'calda' e 'accogliente'.


Allora, come si vede, i cambiamenti energetici sono condizionati anche dal gusto, dall'estetica, qualcosa che l'uomo non riesce a mettere in secondo piano. Ma allora, ci domandiamo noi, possibile che con tutte le moderne tecnologie non si riesca a produrre un tipo di lampada 'fluorescente' con una tonalità di luce 'simile' a quelle al tungsteno ?

Forse sarebbe l'uovo di colombo.


E il cambiamento delle abitudini energetiche passa anche da soluzioni semplicissime.

venerdì 18 gennaio 2008

Nuovi Profeti - Giorgio dell'Arti.

Giorgio Dell'arti è da sempre un ottimo giornalista, acuto osservatore del costume e infaticabile accumulatore di statistiche, oltre che firma del Corriere. Oggi apprendiamo anche che è un profeta.
E il titolo non gli è stato appioppato da qualcuno: se lo è auto-attribuito, intitolando il suo nuovo libello, edito da Marsilio, Il primo libro delle Profezie.
Nel lungo articolo promozionale, dedicatogli da IO-Donna, il supplemento culturale del Corriere, in una intervista di Maria Grazia Ligato, Dell'Arti, il neo-profeta, ha anche modo di esporre ed illustrare qualcuna delle sue profezie.
Riportiamo testualmente:
D. Abbiamo in Europa, e nel mondo, un problema finanziario, e poi ?
R.: Energetico. Le fonti non rinnovabili sono destinate a finire. E probabilmente non saremo capaci di sostituirle in tempo. Il che significa che il 95% dell'umanità scomparirà.
D.: Aiuto !
R.: Ebbe' sì: non ci muoveremo più, non ci scalderemo, torneremo ad un'economia di sussistenza, ci saranno inflazione e guerre tra i popoli.
D.: Ma quanto manca a quest'ora X ?
R.: Versetto 376 (del suo libro, ndr): Miliardi di barili di petrolio che avevamo all'inizio: 2000. Miliardi di barili che dovremmo aver consumato finora: forse novecento, forse già mille.
D.: Allora siamo a metà del guado....
Insomma, una informazione per nulla allarmata e affatto catastrofista, diremmo anzi moderata nei toni, e che dà tante speranze... Vabbè del resto i Profeti sono stati sempre Apocalittici, sennò che Profeti sono ??
Ma il Profeta dell'Arti di questo ha già informato i suoi figli ?? E per quale pianeta pensano di imbarcarsi quando sarà il momento ? Magari stacchiamo un biglietto anche noi...

martedì 15 gennaio 2008

Benedetto XVI alla Sapienza. Un caso italiano.


Veramente incredibile che in questo paese, afflitto da mille problemi, economici, sociali, di giustizia, di amministrazione, di salute, di educazione civica, di legalità, di dignità di vita, di povertà di massa, ecc.... sia ora divenuto un problema, anzi il problema la presenza di Benedetto XVI all'Università di Roma - La Sapienza, per l'inaugurazione dell'anno accademico.


E' da parecchio tempo che percepiamo i sintomi di questa crisi anti-clericale che sta montando nel nostro paese, e che ha trovato nella elezione di Ratzinger, considerato il modello del conservatorismo, forti sempre più forti motivazioni.


Così, a un visitatore che oggi si trova a guardare alle cose italiane, sembra di essere tornati indietro di 150 anni, quando il nostro paese si divideva sulle barricate tra papisti e anti-clericali. Quando si discuteva di 'laicità dello stato' e di 'crimini del potere temporale'.


Sono passati 150 anni, ma i toni sono gli stessi a leggere i proclami che sentiamo, che leggiamo in rete. Sembra che la Chiesa sia rimasta ai tempi della Santa Inquisizione, sembra che nessuno si accorga che questo è un paese ormai in via di elevata 'scristianizzazione', dove se si accende la televisione, se si gira per strada, se si parla nei bar, se si va in Rete, si fatica e non poco a trovare 'tracce' di quei valori che hanno rappresentato il dna di questa terra per qualcosa come 2000 anni.


Invece no, la Chiesa fa ancora paura. Dà fastidio. Va bene se si occupa di messe e confessioni, ex voto e madonne, ma guai se apre bocca sui principi etici, su questioni di vita o di morte. Non dovrebbe parlare, non dovrebbe esprimersi.


E se lo fa, giù con l'accusa di teo-crazia. Ignorando che sono altre, oggi, le religioni che impongono le proprie scelte di governo con la forza, con l'intimidazione, con la morte.


Ci sembra interessante riportare la chiusura del pezzo di oggi di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, sul quale sarebbe bello meditare, anche per abbassare un po' i toni di questo 'scontro' davvero oggi come oggi incomprensibile:


" C'è l'idea che in una democrazia che vuole essere tale la religione debba essere esclusa da qualsiasi spazio pubblico; che esistono orientamenti culturali e ideali - e quelli religiosi sarebbero i primi tra questi - i quali sono radicalmentee incompatibili vuoi con la società democratica e con il suo ethos pubblico, vuoi più in generale con una moderna visione del mondo. E che quindi nell'università possa trovare posto e avere corso soltanto quello che si autodefinisce compiaciutamente il 'libero pensiero'.

Idea inquietante che mette inevitabilmente capo a una sorta di obbligatorio laicismo di stato, di pubblica preferenza sociale accordata all'irreligiosità: tutta roba in cui l'autentica tradizione liberale si è sempre ben guardata dal riconoscersi, ravvisandovi giustamente una più che probabile anticamera del dispotismo."

sabato 12 gennaio 2008

Le Dimissioni di Bassolino.


E' vero che in questo periodo parlar male di Bassolino, Pecoraro & soci è un po' come sparare sulla Croce Rossa, e non sta bene..
Ma qui non si tratta di parlar male. Ci è capitato ieri sera di vedere una puntata di Controcorrente, la rubrica di approfondimenti di Sky TG24. L'ospite di Corrado Formigli era il governatore della campania Bassolino.
E dobbiamo semplicemente riferirvi qualche impressione: una impressione di grande disagio coglieva noi spettatori, mentre assistevamo allo spettacolino nel quale Formigli menava fendenti a destra e sinistra, incalzava il governatore con quello stesso fuoco di fila di domande che ogni italiano vorrebbe riservare a Bassolino, dopo aver visto per giorni e giorni lo spettacolo disastroso dei rifiuti in onda in simultanea 24hours su tutti i tg nazionali e internazionali; e l'ex sindaco di Napoli che non riusciva a stare fermo sulla sedia, si dimenava, paonazzo in volto, un po' sudato, con il nodo della cravatta allentato, le braccia in agitazione parossistica, come se si trovasse sopra un barbecue acceso.
Alla fine era impossibile non provare un po' di pena per l'uomo Bassolino, che sicuramente in questa vicenda si vede addossare colpe che non sono soltanto sue, e che è probabilmente anche in buona fede nel cercare di difendere l'indifendibile.
Ma alla fine, messi da parte i buoni sentimenti, e l'umana compassione, riprendeva il sopravvento il buon senso, il sano pragmatismo, che in questo paese sembra esser diventato merce tanto rara.
E una domanda sorgeva spontanea: ma al di là di quello che ciascuno pensa di se stesso, e delle giustificazioni, vere o false o sacrosante che uno può darsi, ma in un uomo che gestisce la cosa pubblica e che vede di fronte ai propri occhi un disastro tale, nella regione da lui amministrata, non dovrebbe - per principio, a prescindere, per dignità, per buon gusto - semplicemente offrire le proprie dimissioni ???
Sarebbe un gesto semplice, vero, che forse tutti comprenderebbero. E che forse salverebbe anche l'immagine di un uomo politico che si è sempre dichiarato onesto - e che milioni di napoletani e campani hanno votato anche per questo.
Ma in Italia, si sa, non ci si dimette. Non ci si dimette MAI. Non ci si dimette per principio, per dignità, a prescindere, per buon (o cattivo) gusto. Non ci si dimette MAI.

mercoledì 9 gennaio 2008

Vai Pecoraro !




Davvero molto godibile il lungo pezzo che oggi - a partire dal richiamo in prima pagina - Aldo Cazzullo dedica sul Corriere della Sera, al Ministro Pecoraro Scanio, il vate degli ambientalisti made in italy.



Godibile per modo di dire, perchè alla fine della lettura dell'articolo un po' di tristezza, come spesso accade per le cose italiane, prende.


Prende al pensiero che se la bandiera brasiliana dell'ecologia è Chico Mendes, se il riscatto americano dell'ambiente è affidato comunque al carisma di Al Gore, noi in Italia dobbiamo da tempo accontentarci di Pecoraro, che come risulta dall'articolo di Cazzullo - e, pare su auto-dichiarazioni dello stesso ministro - guida la classifica italiana di dichiarazioni all'Ansa: 2627 (aggiornato purtroppo solo fino a tre anni fa) ed è secondo nella speciale classifica di apparizioni a Porta a Porta.



Un brillante leader ambientalistia che dice di sè frasi come questa: "Io funziono. Vanitoso ? Sì. La mia vanità però non sta nell'apparire ma nel persuadere. Voglio conquistare anime e intelligenze, vedere l'interlocutore battuto, l'ascoltatore sedotto."


Insomma, uno dai propositi modesti.


Ed è normale che uno così ambizioso, si sia, strada facendo, un po' afflosciato. Tanto da passare - come ben descritto nel lungo excursus cazzulliano, da essere l'uomo dell'eterno no (in Italia è pieno, ma anche in questo lui è primo in classifica) - no agli inceneritori, no alle discariche, no al vertice nato a napoli, no al fumo nei parchi napoletani, no agli ogm, no all'intervento in afghanistan, no al ponte sullo stretto, no al tunnel in val di susa, no alla pesca del tonno rosso, no all'albero di natale - all'uomo del sì per l'intervento dell'esercito in Campania.


Anche di questo, avremmo bisogno in questo sgangherato paese che è l'Italia: di un ambientalismo vero. Non di una parodia dell'ambientalismo. Di un ambientalismo che fa proposte e che studia la materia, e non che batte ogni record di apparizione da Bruno Vespa. Di un'ecologia che piace e non di un ministro piacione.


Nella sua frenesia inconcludente, al ministro che (si) piace, sono perfino venuti i capelli bianchi. E speriamo che non dica che anche questo è colpa di chi vuole distruggere l'ambiente. E di chi non vuole fare le cose. Lui che di cose ne ha fatte veramente tante, da quando è il nostro ministro dell'Ambiente, come si può tranquillamente verificare girando now per le belle strade di Napoli, Italia.

lunedì 7 gennaio 2008

Il riscaldamento globale dipende (anche) dalla deriva dei continenti ? Uno studio su Science.


Per capire - se mai ce ne fosse bisogno - quanto poco ne sappiamo sui fattori che determinano il surriscaldamento globale del pianeta, c'è questa ultima notizia che appare davvero molto interessante, e arriva dai ricercatori della prestigiosa Carnegie Institution.
Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista Science, e rivela assolute novità per quanto riguarda il fenomeno conosciuto come deriva dei continenti.
A proposito del quale si pensava di sapere tutto. Non è così. Il nuovo studio ha dimostrato che il movimento della crosta terrestre non e' continuo come si credeva, ma si e' fermato almeno una volta nella storia, e anche in questo periodo sta rallentando vistosamente.
I ricercatori della Carnegie Institution hanno studiato alcune rocce antiche, trovando la prova che un miliardo di anni fa l'attivita' vulcanica associata allo scivolamento delle placche l'una sotto l'altra (chiamato 'subduzione') si e' interrotta.

Secondo lo studio, la stessa cosa sta avvenendo adesso: la prova e' che nel passato recente, che per i tempi del nostro pianeta vuol dire 50 milioni di anni fa, la principale zona di subduzione, dovuta allo scontro tra l'Africa e l'Eurasia, si e' chiusa, ma non se ne sono aperte di nuove.

Tutto questo potrebbe anche non interessarci granchè, se non fosse che dalla deriva dei continenti dipende la temperatura interna della Terra: "La nostra scoperta - spiega Paul Silver, autore dello studio - potrebbe spiegare perche' il nostro pianeta e' piu' caldo di quanto previsto dai modelli, e anche perche' rocce tipiche della subduzione si trovano in luoghi dove non ce le aspetteremmo".

Insomma, hai visto mai che da questi particolari mai emersi prima, fossimo costretti a riscrivere tutte le nostre convinzioni recenti ??? (fonte Ansa)