Sembra che anche a livello mondiale, le conferenze obbediscano ad una regola precisa: più grandi e monumentali sono, e più 'piccolo' è il risultato che partoriscono.
E' il vecchio tema dell'elefante e del topolino.
Ma - dicono in molti - 'qualcosa' è sempre meno di 'niente'.
E allora prendiamo in mano i risultati di questa mega conferenza di Bali sull'ambiente la cui conclusione proprio per le difficoltà di redigere il testo frutto di un faticosissimo compromesso, è stata spostata ad oggi, e portiamocela dietro nel 2008, come segnale incoraggiante per il futuro.
Le sorti del nostro pianeta stanno a cuore a tutti, non solo agli ecologisti. Ed è bene che le grandi manovre comincino appena possibile, per cambiare le linee di uno sviluppo mondiale che appare sempre meno sostenibile.
L'accordo raggiunto a Bali vede da una parte l'Ue, i cui Paesi hanno fatto notevoli passi in avanti nel taglio delle emissioni nocive,che spingevano per un accordo che chiedesse alle nazioni in via di sviluppo di tagliare le emissioni tra il 25 e il 40 per cento nel 2020 rispetto ai livelli del 1990.
Ma a questi obiettivi si sono opposti gli Stati Uniti, forti anche dell'appoggio di Giappone, Canada e Russia.
Le differenze tra Usa e Ue erano complicate dalla presenza di un altro importante gruppo, i Paesi più poveri e quelli in via di sviluppo: l'economia di India e Cina stanno facendo di questa area geografica quella che produrrà a breve le quantità piu corpose di gas serra.
Il documento finale non ha quindi stabilito alcun obbligo sulle emissioni di gas serra ma ha fissato tutta una serie di punti e tasselli per tracciare il cammino da qui al 2009, quando sarà firmato un nuovo protocollo di Kyoto, più ambizioso di quello attuale, che dovrà essere firmato a Copenhagen nel 2009 e avrà effetto a partire dalla fine del 2012.
Sembra che questo accordo non sia disprezzabile. Non è cioè un rinvio, ma qualcosa di concreto che stabilirà il cammino - passo dopo passo - per arrivare ad un accordo vero, e non fittizio come quello di Kyoto, i cui obiettivi e i cui termini sono stati smentiti già il giorno dopo la sua firma.
E' un futuro incerto. Ma forse meno incerto. E' un dialogo difficile, quasi impossibile, tirato da egoismi di parte e interessi di parte, come sempre nelle storie umane. Ma è pur sempre un dialogo, cioè qualcosa.
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