Il giorno dopo il terremoto, sembra come se ci sia stata una seconda tangentopoli in questo paese.
Che si risveglia, in questo 15 aprile 2008 con due certezze:
- la liquidazione (che appare oggi definitiva, irreversibile) della fase storica nella quale in Italia si avevano due frange politiche di diretta derivazione da due movimenti totalitaristici che hanno contrassegnato il Novecento mondiale.
- l'entrata in una nuova fase che avvicina l'Italia al sistema ormai prevalente nell'Europa Occidentale nella quale si fronteggiano sostanzialmente due schieramenti, uno di matrice conservatrice e uno di matrice progressista.
Per il resto, il dato politico dimostra la inequivocabile bocciatura dell'operato del Governo precedente, e il parziale fallimento della operazione veltroniana di restyling del centro-sinistra (operazione che pure raggiunge un buon risultato elettorale, però largamente insufficiente per governare).
L'Italia manda un segnale forte, il Nord Italia ancora più forte.
L'Italia sembra, in questo momento storico, aver bisogno di tutto. Chiede che le cose cambino davvero. Cambino sul serio. Ma lo scenario internazionale non lascia adito a molti entusiasmi o speranze irrazionali.
E' più che mai il momento di impegnarsi, tutti. Se una lezione queste elezioni ci lasciano, è che l'Italia ha paura. Ma la paura può diventare risorsa, se soltanto la concretezza, le riforme, il fare collettivo, il senso civico - di tutti - riusciranno a cambiare pelle a questo Paese che deve ritrovare fiducia in se stesso.
Che si risveglia, in questo 15 aprile 2008 con due certezze:
- la liquidazione (che appare oggi definitiva, irreversibile) della fase storica nella quale in Italia si avevano due frange politiche di diretta derivazione da due movimenti totalitaristici che hanno contrassegnato il Novecento mondiale.
- l'entrata in una nuova fase che avvicina l'Italia al sistema ormai prevalente nell'Europa Occidentale nella quale si fronteggiano sostanzialmente due schieramenti, uno di matrice conservatrice e uno di matrice progressista.
Per il resto, il dato politico dimostra la inequivocabile bocciatura dell'operato del Governo precedente, e il parziale fallimento della operazione veltroniana di restyling del centro-sinistra (operazione che pure raggiunge un buon risultato elettorale, però largamente insufficiente per governare).
L'Italia manda un segnale forte, il Nord Italia ancora più forte.
L'Italia sembra, in questo momento storico, aver bisogno di tutto. Chiede che le cose cambino davvero. Cambino sul serio. Ma lo scenario internazionale non lascia adito a molti entusiasmi o speranze irrazionali.
E' più che mai il momento di impegnarsi, tutti. Se una lezione queste elezioni ci lasciano, è che l'Italia ha paura. Ma la paura può diventare risorsa, se soltanto la concretezza, le riforme, il fare collettivo, il senso civico - di tutti - riusciranno a cambiare pelle a questo Paese che deve ritrovare fiducia in se stesso.
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