Crediamo che sia sempre più importante, in questo clima di informazione omologata sul clima, tutta incentrata su un catastrofismo prossimo venturo, che sembra come paralizzare le nostre capacità di reazione, dare spazio alle voci eretiche, rispetto al pensiero dominante.
Una di queste è quella di Alessio Grosso, milanese, esperto di meteorologia, e previsioni del tempo, sicuramente una delle voci più autorevoli in questo campo, autore di diversi volumi divulgativi, l'ultimo dei quali, 'Apocalisse rossa' immagina scenari non così tanto fantasiosi, ma invece piuttosto inquietanti.
Questo è il suo nuovo articolo, che fa il punto della situazione sui cambiamenti climatici del pianeta.
Come pesci sul fondo dell'oceano siamo insensibili alla maggior parte delle cose che passano sopra le nostre teste. Esiste infatti un profondo scollamento tra il mondo accademico e la popolazione che assorbe quasi acriticamente tutto ciò che viene proposto dai media in tema di clima, ignorando le decine di saggi scientifici scritti con grande impegno ma con scarsi risultati per divulgare la materia.Da qui l’esperimento di fondere la narrativa con la scienza.
Ne è nato un nuovo genere letterario, il meteo-thriller, che ha avuto un inopinato successo di critica e di pubblico. Abbiamo sempre pensato, e probabilmente a ragione, che dietro il no di alcuni governi alla lotta per diminuire le concentrazioni dei gas serra ci fossero interessi politici e finanziari.Pochi hanno però indagato nel verso contrario.
Nessuno si è mai chiesto se dietro il quadro drammatico, dipinto da molta parte del mondo scientifico, che vede il Pianeta ormai votato al surriscaldamento e al peggioramento della qualità della vita, ci fossero altrettanti interessi privati.
Si pensi ad esempio ai finanziamenti per la ricerca, al business delle energie alternative, ma prima ancora dietro questo ambientalismo esasperato c’è l’ideologia, che vede l’uomo come un distruttore, la tecnologia come un cancro che divora il pianeta e così divinizza e glorifica la natura al tal punto da anteporre sempre e sistematicamente i suoi interessi ai nostri.Intendiamoci, chi non ama la natura?
Chi non ha visto nel no americano a Kyoto, la difesa dei propri interessi economici? Per ridurre le emissioni nel modo in cui è stato richiesto occorrono investimenti di milioni di dollari, quanti di noi oltretutto sarebbero disposti a rinunciare al benessere raggiunto solo perché la temperatura della Terra si alzerà di uno o due gradi?
Se è vero poi che ad ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria è assai facile ipotizzare che la natura compensi prima o poi questo riscaldamento con una fase fredda (blocco corrente del Golfo, aumento dell’innevamento alle alte latitudini), tutto fa pensare che ci sia un’esasperazione nel discorso serra ed oltretutto molti sollevano il dubbio che sia l’aumento naturale della temperatura ad aver favorito l’accumulo di anidride e non il contrario, è il solito discorso dell’uovo e della gallina.
Perché oltretutto, ci si chiede, per giustificare le oscillazioni termiche e dunque i cambiamenti climatici non si chiamano mai in causa i cicli astronomici: variazione dell'orbita, inclinazione dell'asse terrestre, ciclo delle macchie solari, eventuali eventi catastrofici: in primis le eruzioni vulcaniche!In Apocalisse Nera il Presidente americano kenny Davenport avrebbe un'arma segreta di modificazione climatica che spiegherebbe il suo rifiuto di ratificare il Protocollo di Kyoto.
Sono queste le voci che si rincorrono nei palazzi della politica, di una certa politica, quella ovviamente legata alle posizioni di estrema sinistra, sostenute anche da alcuni parlamentari russi. Quanto c'è di vero in queste affermazioni? Ci sono realmente progetti volti a fare del clima una macchina da guerra più potente dell'atomica?
Ebbene APOCALISSE NERA prova a trasformare queste supposizioni, questi sospetti, in realtà e traccia scenari, neanche a dirlo, apocalittici, con la natura maltrattata che si ribella e con le prospettive di una carestia senza precedenti che travolge non solo l'economia ma le primarie fonti di sussistenza dei principali Paesi industrializzati, con il rischio di tornare ai tempi della clava e della pietra.La modificazione artificiale del tempo è un progetto che parte da lontano, dagli anni 60, ai tempi della guerra fredda.
Qualcuno proposte di bonificare le aree ghiacciate spruzzandogli sopra sostanze che assorbono la luce solare, ad esempio della fuliggine. Il fine? Promuovere ad aree agricole zone altrimenti abbandonate a sè stesse. Altra bizzarra proposta quella di spargere sugli specchi lacustri una pellicola chimica innocua ed insapore per impedire l'evaporazione dell'acqua ed averne così un maggior quantitativo a disposizione.
Ecco poi le bombe H utilizzate per spianare le montagne, ad esempio le Alpi, in modo da riorientare i flussi dei venti. Una delle più folli è sicuramente ascrivivile al russo Chernkov, che propose di usare navicelle spaziali per costruire un anello di polvere di Potassio intorno alla Terra simile a quello di Saturno. In questo modo si sarebbe realizzato il sogno dell'eterna estate con notevoli progressi agricoli.
Ora il controspionaggio russo pare abbia individuato un progetto ben più ardito e segreto, di cui nessuno però sa fornire le prove concrete: H.A.A.R.P. (High-frequency Active Auroral Research), cioè «programma di ricerca attiva aurorale con alta frequenza».Per la verità HAARP esiste davvero, le antenne installate in Alaska secondo la tesi ufficiale studierebbero la ionosfera per ottenere un miglioramento nelle telecomunicazioni; altre nazioni lo fanno, come la Russia o il Giappone e in Europa la Norvegia a Tronmso e l'Inghilterra a Steeplebush. Il sito americano si trova a Gakona, circa 200 km a Nord-Est del Golfo del Principe Guglielmo; il terreno fu scelto nel 1993 da funzionari dell’Air Force e sono stati impiantati ben 180 piloni d'alluminio.
Queste antenne sono capaci di trasmettere onde ad alta frequenza fino a quote di 350Km. La ionosfera è composta da materia rarefatta allo stato di plasma, cioè di particelle cariche (ioni), e ha la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane, in particolare nelle ore notturne e questo è molto utile per ascoltare le radio dei Paesi stranieri di notte in AM dato che la riflessione ionosferica permette ai segnali di scavalcare la curvatura terrestre. Quindi HAARP si propone questo progetto: miglioramento di radar, comunicazioni, sistemi geofisici per la ricerca di petrolio.
I russi da molti anni ritengono che gli Usa siano in grado di modificare il clima dell’Eurasia lacerando lo strato di ozono. Fra gli impieghi ufficialmente dichiarati del progetto HAARP vi è: la comunicazione militare con i sottomarini, che avverrebbe inviando segnali ad alta frequenza ed intensità, tanto da far vibrare la ionosfera (che funge come filtro dei raggi solari). Il segnale può anche essere usato per la tomografia di penetrazione del terreno (una sorta di radiografia della superficie) e quindi la rilevazione di attrezzature sotterranee, rifugi, strati differenziali geologici a diversi chilometri di profondità.
Si ritiene invece che quest'arma possa interferire con estese zone dell'atmosfera e quindi, secondo la logica militare, abbattere missili ed aerei. Rispetto al clima Haarp tace. Resta la nostra immaginazione: pensate dunque ad un NINO creato artificialmente dall'uomo, ad una modificazione della corrente del Golfo, ad una Nao stravolta, ad un nuovo regime barico, un'eccezionale piovosità in zone aride e al contrario siccità in altre notoriamente piovose? Se queste onde sono in grado di scaldare o comunque di produrre modificazioni molecolari in troposfera, allora è possibile che una zona di alta pressione venga rafforzata, che una perturbazione possa essere potenziata generando calore al suolo ed esaltando la crescita delle nubi cumuliformi responsabili dei rovesci temporaleschi.
Perchè allora non ricorrere ad una simile arma per attenuare gli effetti dell'effetto serra antropico e far risparmiare un sacco di miliardi agli Stati Uniti per adeguarsi alle restrittive misure pro ambiente adottate a Kyoto? Il buon senso ci induce a pensare che se fosse veramente così facile agire sul clima gli americani avrebbero tentato in ogni modo di frenare l'avanzata degli uragani che sempre più spesso minacciano le piattaforme petrolifere. Però una domanda sorge spontanea: vale proprio la pena somministrare delle medicine ad un malato (il clima) che è tale solo per l'uomo?
Il sole, salvo qualche pausa, è in una fase di dinamismo ma entro una trentina d’anni questa attività si attenuerà, e se a questo uniamo un parziale inceppamento della Corrente del Golfo e un ciclo di retroazione climatica negativa, ne avremo abbastanza per ritrovarci velocemente in una nuova era glaciale.Sembra un controsenso ma è così: più calore, più energia in gioco, più umidità a disposizione alle alte latitudini, proprio dove transiteranno sempre più frequentemente le perturbazioni.
Un aumento della quantità di precipitazioni fornirà maggiori apporti di neve fresca alla Scandinavia e al Canada. La neve fresca riflette la radiazione solare, dunque quelle terre si raffredderanno sempre di più, spingendo le loro masse d’aria gelate verso le latitudini più basse. Il freddo insomma prima o poi ci raggiungerà comunque. Solo che ora stiamo vivendo la fase calda che prima o poi farà scattare quel meccanismo di retroazione e temporaneamente rischiamo di entrare in una fornace, con esiti molto pericolosi e certamente imprevedibili… Dunque ben venga il richiamo al "principio di precauzione" invocato dagli ambientalisti e da molti scienziati. Nel dubbio meglio non immettere nell'aria tutta questa anidride.
Il punto è che le energie alternative non decollano e prima o poi ci si dovrà tornare a misurare con il nucleare, perché nessuno vuole rinunciare alla tecnologia e al benessere conquistato, costi quel che costi, questa è la cruda verità.
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