lunedì 1 ottobre 2007

Surriscaldamento Globale Colpa dell'Uomo - Non tutti sono d'accordo.

Accade da tempo che sul Surriscaldamento Globale del Pianeta dovuto all'azione nefasta dell'uomo vi sia un 'coro' del tutto eterogeneo, che propone e impone il suo punto di vista e le sue conclusioni catastrofiche. Ogni tanto però emergono - ed ultimamente ce ne sono diverse e sempre più autorevoli - voci del tutto dissonanti.
Una di queste ce la racconta Gabriele Beccaria per “La Stampa” che ha intervistato lo scienziato Richard Lindzen.
Ecco il suo resoconto.
Finalmente uno scienziato eretico. Sotto un cielo limpido e un’aria frizzante che spazza via i brutti presagi sul riscaldamento globale il professor Richard Lindzen si diverte moltissimo a sfidare i catastrofisti. Se in foto ama le pose sulfuree, dal vivo, invece, uno dei critici più celebri dell’effetto serra è un «entertainer» scatenato. E a volte ricorda Woody Allen.

«E allora?». «Credete che tutte queste chiacchiere siano scienza?». «Pensate solo alla Co2, ma che cosa dovremmo fare? Smettere di respirare? Sono certo che le termiti ne emettano molta più di noi, eppure nessuno le vuole limitare». «Questi allarmismi servono solo a limitare lo sviluppo». «E intanto molti scienziati che la pensano come me tacciono, perché hanno paura di perdere fondi e credibilità».
Professore, lei è a Venezia, dove ha partecipato alla conferenza «The Energy Challenge» organizzata dalla Fondazione Umberto Veronesi: come può negare quella che sembra un’evidenza oltre ogni dubbio? Proprio lei, che ha contribuito all’elaborazione del famoso rapporto dell’IPCC sui cambiamenti climatici!
«Lo sa che il rapporto dell’IPCC ha 2 mila pagine e che nessuno l’ha mai letto tutto? Al massimo un po’ di gente ha sfogliato i comunicati stampa».
Ma che la Terra si scaldi è assodato. O no?
«Sì, certo. C’è stato un riscaldamento nell’ultimo secolo e mezzo. E le nostre emissioni hanno dato un contributo. Il problema è che ora ecologisti, verdi e anche governi reclamano azioni immediate, ma queste paure non hanno niente a che fare con la scienza».
Inondazioni e siccità, scioglimento dei ghiacci e nuove malattie, tutti fenomeni legati al riscaldamento: le paure sono giustificate, non le pare?
«Non è così. Ciò che in tanti, e anche molti scienziati, non capiscono è che l’unica certezza che abbiamo sul clima è che sta cambiando. La Terra, però, si è sempre scaldata e raffreddata di qualche decimo di grado ogni anno. E, se si studia la storia del Pianeta, si nota che non c’è mai stata una temperatura “perfetta”. Gli allarmi su basano su un falso assunto».
Quale?
«Che viviamo in un mondo perfettamente stabile. Così si elaborano previsioni sul 2040 o sul 2100, costruendole su lunghissime catene di eventi, che diventano sempre più imprevedibili via via che i tempi si allungano. E alla fine l’attendibilità è pari a zero. Lei troverebbe mai un banchiere che scommetterebbe i propri soldi affidandosi a scenari del genere? Nessuno!».
Resta il fatto che buttiamo troppa Co2 nell’atmosfera e che - come anche lei riconosce - abbiamo una parte di responsabilità nell’aggravarsi dell’effetto serra. O no?
«Il punto è proprio questo: quanto stiamo veramente contribuendo al riscaldamento globale? Che i modelli siano sbagliati è dimostrato da un mistero: perché, se fosse vero, e non lo è, che è solo colpa nostra, le temperature non sono decisamente più alte di quelle che registriamo?».
Può spiegarlo?
«Le rispondo che, secondo molti modelli, un raddoppio della Co2 dovrebbe accrescere le temperature medie tra 1.5 e 4.5 gradi. Al momento abbiamo già superato i tre quarti di questi valori di emissione, eppure le temperature sono salite solo di 0.6 gradi dall’inizio dell’era industriale. E in più i cambiamenti non sono stati uniformi: il riscaldamento si è concentrato nei periodi tra il 1919 e il 1949 e tra il 1976 e il 1998, alternandosi a fasi di raffreddamento. E nessuno ha ancora spiegato in modo convincente queste discrepanze».

Lei riconoscerà almeno che l’inquinamento sta devastando il pianeta: immense nubi nere si estendono dalla Cina alla California, le foreste scompaiono e i grandi fiumi soccombono all’ipersfruttamento e alle aggressioni della chimica. Anche questi fenomeni sono allarmismo da quattro soldi?
«L’inquinamento è una questione immensamente più vasta, mentre per lo più ci si concentra unicamente sull’anidride carbonica. Ma il problema si risolverà».
E come? Cina e India fanno l’opposto.
«Pechino e Bombay faranno come hanno fatto Londra e Pittsburgh tra Ottocento e Novecento. Puliranno la loro aria e la loro acqua: succede sempre quando si arriva a un certo livello di sviluppo. Il benessere impone che si migliorino anche le condizioni ambientali. Noi, in America, l’abbiamo già fatto: ricordo Chicago quando ero un ragazzino. Gli strati neri si depositavano sulle finestre, mentre adesso si respira. A questo gli ecologisti non pensano mai».
Intanto non è meglio andare avanti con i tagli alle emissioni e cercare di raggiungere, almeno, i pur modesti parametri del Protocollo di Kyoto?
«La realtà è che, finora, le azioni intraprese per tagliare le emissioni hanno avuto una serie di conseguenze negative senza aumentare le nostre capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. L’enfasi sull’etanolo, per esempio, ha causato rivolte in Messico per l’aumento dei prezzi del mais e nel Sud-Est asiatico ha accelerato il tasso di distruzione delle foreste».
Ma il rispetto dei limiti alle emissioni è considerato indispensabile, anche in molti Stati Usa.
«Questi tetti non conducono altro che all’aumento dei prezzi energetici e il “permit trading” - gli scambi internazionali delle quote di inquinamento - aggravano la corruzione: chi si ricorda che la Enron - la società Usa che ha provocato il più tremendo scandalo finanziario degli ultimi decenni - era una lobbista per il Protocollo di Kyoto? Sperava di mettere le mani su quel mercato!».
Comunque i combustibili fossili non ce li potremo permettere ancora a lungo: è ottimista sulle energie rinnovabili? Troveremo presto un sostituto credibile al petrolio?
«Il petrolio non finirà per il semplice fatto che a un certo punto diventerà troppo caro e quindi si investirà su altre risorse. In realtà c’è tempo: credo almeno tre secoli. Noi possiamo pensarci, ma saranno i nostri nipoti a risolvere il problema».

2 commenti:

K ha detto...

complimenti per il sito...io penso che la colpa sia nostra e che stiamo distruggendo le cose più belle che abbiamo...e per di più senza motivo....

Francesco ha detto...

Il surriscaldamento globale è una balla.

http://www.scinico.org/2008/05/la-balla-del-surriscaldamento-globale.html